A PROPOSITO DELLA FUNIVIA DEL MOTTARONE di A.B.

Le recenti vicissitudini della funivia del Mottarone hanno suscitato vasto interesse nel pubblico più ampio, alimentato da informazioni giornalistiche, spesso assai approssimative se non palesemente erronee.

Pochi hanno ritrovato nell’occasione reminiscenze storiche sul contributo dell’Esercito, specificamente dell’Arma del Genio, alle applicazione ed allo sviluppo tecnico degli impianti funiviari.

Nella prima guerra mondiale, nell’intero arco alpino, furono estesamente impiegate nella logistica e nei trasporti, anche di feriti, teleferiche e funivie da parte di entrambi i contendenti, che portarono  ai successivi sviluppi negli anni trenta non solo in preparazione del secondo conflitto mondiale ma, soprattutto, nelle applicazioni civili e industriali.

Nella prima guerra mondiale si segnalò l’ing. Luis ZUEGG, di Lana, che, durante il conflitto capitano del Genio austro-ungarico, sopperì  alla mancanza di 200 m. di fune metallica di campata  con una maggiore tensione mutando la geometria funicolare con una minor freccia. Notando poi che tale provvedimento causava una maggior durata della fune, scoprì l’innovazione poi diffusasi generalmente. Fu lo stesso tecnico, laureatosi all’Università di Graz, a brevettare in Italia negli anni ’30 l’accorgimento del freno sulla portante poi diffusosi ovunque di cui ancora oggi si discute nel triste evento del Mottarone.

L’Arma del Genio fu in grado di installare 2000 teleferiche militari, ed ha preparato generazioni di Ufficiali, anche stranieri, con i suoi specifici corsi della Scuola di Applicazione di Torino.

Con ciò si dimostra ancora una volta che le applicazioni militari, in pace e in guerra, forniscono un contributo sostanziale al progresso della scienza e della tecnica.

Un ultimo commento sulle fonti di stampa, distintesi, a dir poco, per pressapochismo.

 Le illustrazioni dell’impianto di Stresa hanno rappresentato una inesistente “fune freno” oltre quella portante, usata in alcune funivie terrestri (funicolari) e non aeree, dopo i citati perfezionamenti di  ZUEGG. Altre strane dichiarazioni condirono la notizia, quali “si è rotta la portante” o ancora “la fune si è tranciata di netto“. Pochissimi accenni alle perdite di olio in cabina, più volte denunciate, che rappresentano un’anomalia per l’azionamento del freno, progettato per intervenire automaticamente anche per guasti accidentali, come la perdita di pressione nel circuito oleodinamico (“sicurezza intrinseca” degli impianti di emergenza).