IL RITORNO DEL CANNONE

Sempre e dovunque” è il motto dell’Arma di Artiglieria, oggi tornata di attualità con la crisi ucraina.

Secondo la tradizione militare russa, l’artiglieria è lo strumento basilare della battaglia: anche nella cosiddetta operazione speciale militare, così come nei conflitti mondiali, l’apporto di fuoco è la sostanza della vittoria, in applicazione della funzione di Lanchester, che dimostra come, nel tempo, l’inesorabile successo  sia di chi ne abbia la preponderanza.

Nonostante l’avvento dei missili, costosi specie se di ultima generazione, i requisiti raggiunti dal cannone in termini di mobilità, di continuità e di volume e precisione del tiro e nonché di gittata, hanno dimostrato la  insostituibilità del cannone sul campo di battaglia, nonostante l’accurato mascheramento e la continua variazione di posizionamento non si siano sempre sufficienti a contrastare  i raffinati e diversificati sistemi di ricerca e individuazione da parte dell’avversario.

I successi ottenuti hanno però mostrato i limiti logistici: il tiro accelerato  ha richiesto un  elevato consumo di munizioni, peraltro articolate in varie tipologie anche delle stesso calibro, tenendo conto che la mobilità spesso richiede di abbandonare sul campo parte del munizionamento per il nuovo sollecito riposizionamento.

L’adozione delle munizioni “circuitante” (loitering munition) ha addirittura la possibilità di trasformare, entro certi limiti, il proietto in drone kamikaze.

Il trasporto in linea diviene così più complesso ed esasperato. Il sistema logistico, inoltre, entra in  crisi se a monte non è in funzione un efficiente sistema industriale atto ad alimentare il fuoco, a rimpinguare le riserve e a sopperire alla necessità di sostituzione e ricarica delle batterie  indispensabili al controllo ed alle regolazione delle apparecchiature connesse.

Tali carenze si sono mostrate in Occidente, che ha visto talora i  responsabili militari occidentali a non essere proclivi alla cessione di armamenti, tra cui innanzitutto il munizionamento, per non essere costretti a vuotare gli arsenali, senza la disponibilità industriale alla ricostituzione. Per certe categorie di armamenti, anche gli USA si troverebbero nella condizione di poter tornare nella disponibilità  delle quote previste  se non dopo mesi o anni!

E’ presumibile che anche la Russia si possa trovare in carenze simili, ma qualche benpensante comincia ad immaginare che tra i suoi obiettivi ci sia anche quello di esaurire le riserve occidentali riducendo le possibilità di interventi convenzionali almeno per un certo limite di tempo, non trascurabile.