Agosto porta le ferie ambite, l’aria vacanziera, il riposo della mente, specie degli studenti.
Infatti le vacanze hanno posto fine alle occupazioni e alle manifestazioni esagitate degli ultimi mesi.
Agosto è il mese delle Perseidi, della poesia del Pascoli (X Agosto) ma non più della poesia di Vittorio Locchi (La sagra di Santa Gorizia), un tempo ben nota a tutti gli scolari ma oggi pressoché ignota ai più.
L’attualità del poema non è destinata riesumare memorie patriottiche di una città martire di due guerre mondiali e tagliata in due dal nuovo confine, come a suo tempo Berlino, senza che ciò sia affidato ad una scomoda memoria, così dolorosa solo per una parte degli Italiani. I suoi versi, invece, spingono ad una riflessione sui nostri tempi.
Sottotenentini, ragazzi imberbi e gioviali.
che la gente seria,
la gente per bene, una volta,
chiamava bèceri,
quando rompevano i vetri
e stracciavano le bandiere…
…erano rimasti lassù
col grido tra i denti,
col cuore in mano
davanti al plotone d’assalto.
Fra loro Nino Oxilia e Mario Baistrocchi, goliardi dell’Ateneo genovese, già noti artisti di teatro, che, coerenti con le proprie idee interventiste, si arruolarono volontari e caddero in combattimento, come morì nella guerra lo stesso Locchi: il prezzo della coerenza e del coraggio.
Le stesse vicissitudini furono ripetute, seppur in scala minore, da molti studenti negli anni ’40, sia pur influenzati dalla propaganda, dai Battaglioni GUF a Bir el Gobi e altrove.
Le perplessità nascono dalla circostanza rilevata: gli ideali possono andare in vacanza?
Oggi, con il clangore d’armi e con i conflitti che dissipano le speranze di una pace vera, si pone legittimamente il dubbio se ci saranno ancora, in Italia, Sottotenentini in grado di rispondere al grido
Ancora tre minuti,
due minuti
uno, “Alla baionetta”
La fede (o l’illusione?) pacifista potrebbe crollare in una notte, ed allora suonerebbe tristemente il verso:
notte del 9 agosto chi ti dimenticherà?