S.Ten.g. Aldo Gastaldi M.O.V.M. “Bisagno”

Nato il 17 settembre 1921 a Genova, dopo aver conseguito il diploma di perito tecnico industriale si impiegò nella Società San Giorgio di Genova.

Chiamato per il servizio militare di leva nel febbraio 1941 presso il deposito del 2° Rgt. Genio, e promosso Sergente, fu ammesso alla Scuola Allievi Ufficiali di Pavia, ottenendo la nomina, nel luglio 1942, a Sottotenente di complemento dell’Arma del Genio, specialità marconisti, e assegnato al 15° Rgt. Genio di stanza a Chiavari, presso la Caserma Leone da poco edificata.

L’8 settembre 1943 si oppose ai tedeschi e dopo aver occultato le armi e il materiale di guerra depositato nella caserma, si diede alla macchia nella zona montana a nord della città partecipando attivamente alla guerra partigiana gettando le basi della Banda Bisagno, da cui assunse il proprio nome di battaglia, che doveva poi trasformarsi, nella primavera del 1944, nella Divisione Cichero, dal nome della località data alle fiamme dai tedeschi.

Coerentemente con i principi etici dell’Ufficiale, si distinse nelle operazioni attuate con elevate virtù militari nel territorio chiavarese con umanità e coraggio.

Deceduto all’età di soli 24 anni, in seguito ad incidente automobilistico nei pressi di Desenzano il 21 maggio 1945, è stato decorato con M.O.V.M. alla memoria e per la sua profonda fede cattolica ne è in corso la causa di beatificazione e canonizzazione.

Motivazione della Medaglia d’Oro al Valore Militare

Fra i primissimi ad accorrere in difesa della sua terra oppressa dal nemico partecipava a numerose azioni di guerra alla testa dei suoi partigiani che lo avevano eletto capo per l’indomito coraggio e l’alto spirito di sacrificio sempre ed ovunque dimostrati. Audace assertore di azioni di sabotaggio distruggeva con leggendario ardimento e tecnica perfetta importanti opere fortificate avversarie, inseguendo, disperdendo e catturando i nemici atterriti, ma ammirati,  dalla sua audacia. Mentre completava la sua missione restituendo alle loro case i partigiani superstiti della lotta, suggellava con la morte la sua giovane eroica esistenza.

Val Trebbia, Val d’Aveto, Genova, settembre 1943 – maggio 1945.