Comunicazione vincitore Concorso Letterario 2023

Finalmente, dopo svariati rinvii, la Commissione Valutatrice del nostro Concorso Letterario per l’anno 2023 ha espresso il suo giudizio sugli elaborati pervenuti, reputandone il migliore quello inviato della Sig.ra Gloria Russo, riportante lo stesso titolo del tema proposto per il Concorso.

Pertanto la Sig.ra Russo ne viene proclamata vincitrice e di seguito si pubblica il suo racconto.

Scuola, Volontariato, Forze Armate

Veronica è una ragazza pugliese di 38 anni. L’otto marzo 2010 è iniziato “l’anno 0 della sua vita”. Così lo definiva l’istruttore che ha contribuito alla sua formazione di sottoufficiale della Guardia di Finanza. Ed aveva ragione. Un percorso durato tre anni, che l’ha cambiata profondamente. Attenti e riposo. Comandi Signor si e comandi Signor no. Formazione militare, esami universitari e crescita personale. Tutto questo e non solo, quella ragazzina, di allora soli 27 anni, lo aveva portato a Genova, la sua destinazione finale. Se la scuola militare era stata per lei già una grande sfida, la vita lavorativa a Genova, aveva già intuito che, lo sarebbe stata ancora di più. Bisognava mettere in pratica tre anni di studi ma soprattutto imparare a gestire la bellezza ambigua del libero arbitrio, dalla quale la scuola in un certo senso l’aveva protetta, ma anche nel frattempo, preparata a saper sostenere e organizzare. Passava il tempo. Veronica iniziava a prendere confidenza con il territorio genovese. Entrava sempre di più nel vivo del lavoro. Alcune indagini più di altre la facevano riflettere sulle difficoltà di instaurare un rapporto di fiducia con il cittadino. E la tristezza la assalì ancora di più quando prese consapevolezza che il problema riguardava tutte le forze dell’ordine. Bastava guardare un telegiornale per rendersi conto che non sempre la società percepiva la divisa come tutrice della legge. Un giorno fu impiegata in un servizio di formazione nelle scuole medie. L’argomento era far conoscere gli effetti devastanti delle sostanze stupefacenti al fine di creare attività di prevenzione. Era molto entusiasta di intraprendere questa esperienza. Si iniziò a preparare non solo l’argomento ma ne curò anche l’esposizione al fine di creare complicità. Per la prima volta l’impatto della divisa sulla società non aveva creato ostilità. Per non parlare di quegli occhietti vispi e curiosi che la scrutavano e la riempivano di domande. Percepì accoglienza e ascolto. Tornò a casa stanca ma soddisfatta. Si stese sul divano. Quell’esperienza positiva la fece molto riflettere. Si mise della musica rilassante. Fece un grosso respiro. Chiuse un attimo gli occhi. E iniziò a sognare. Ad un tratto la stanza si riempì di colore. Una voce da lontano gridò “Veronica ti vogliono allo sportello 11. Una signora chiede di te”. Era il suo capo pattuglia. Lo vedeva diverso ma soprattutto notò che, anche avendo urlato il suo nome, non si accorse della sua presenza. Poi vide una ragazza correre e raggiungere lo sportello indicato. Con grande sbigottimento si rese conto di conoscere bene quella ragazza. Era lei, Veronica. Era diversa. Aveva nel frattempo ottenuto il grado di maresciallo aiutante ma era proprio lei. Si rese conto di essere invisibile agli occhi altrui. Ma dove si trovava?! Capì che stava sognando ma incuriosita iniziò a guardarsi intorno. Era una struttura che non aveva mai visto. Non era la sua caserma. La gran parte delle persone erano in divisa ma la cosa particolare era che la divisa indossata non era solo quella della Guardia di Finanza. C’erano tutti, proprio tutti. Carabinieri, Esercito, Marina e Aeronautica Militare. In quel momento sentì il bip dell’ascensore. La porta si aprì e un bel po’ di colleghi uscirono di corsa. Si rese conto dal monitor luminoso esposto nella parte alta dell’ascensore che si trovava al quarto e ultimo piano dell’edificio. Incuriosita iniziò a camminare. Vide da lontano l’esposizione di un cartello con la descrizione della struttura. Si avvicinò e iniziò a leggere: “La Scuola Volontariato Forze armate nasce nel marzo 2030 con l’intento di formare cittadini consapevoli e responsabili. L’edificio suddiviso su cinque piani è così strutturato: PIANO TERRA “Segreteria e uffici amministrativi” PRIMO PIANO “Scuola di formazione”; SECONDO PIANO “Conferenze professionali” TERZO PIANO” Centro ascolto psicologico” QUARTO PIANO “Ricezione cittadino”. “Wow” pensò tra di sé. Aveva sempre sperato che un giorno si potesse realizzare una struttura del genere. Ma non pensava potesse veramente accadere. Non voleva più svegliarsi. Si avvicinò alla Veronica del Futuro. Vide che stava offrendo il suo aiuto nei confronti di una signora che aveva ricevuto un avviso di pagamento. Si ricordò dell’ascensore e in un attimo si trovò al primo piano. Vide una marea di ragazzini dai sei fino ai 18 anni. Sentiva vociare. Era suonata la ricreazione. Tutto intorno c’erano aule e in classe i professori indossavano una divisa. Erano colleghi che dedicavano parte del loro tempo a formare una società responsabile. E iniziavano ad educare i bambini fin da piccoli. Sui banchi di scuola vide testi di educazione civica, storia e diritto penale, costituzionale, amministrativo e tributario. Entrò in tutte le aule un poco alla volta e si mise in modalità ascolto. Capì che tutte le scuole elementari, medie e superiori di tutta la città di Genova a rotazione una volta a settimana si recavano presso la scuola di volontariato per nozioni di vita consapevole e responsabile. Era felice nel vedere che i colleghi erano soddisfatti: il progetto di formazione funzionava. I ragazzi mostravano grande partecipazione ma soprattutto capì che ne parlavano con entusiasmo a casa. I loro genitori non avevano avuto questa fortuna. Ma la scuola offriva un servizio anche per loro. Un collega dei Carabinieri proprio nel corridoio ne parlava. Stava per salire al secondo piano per preparare una delle sue conferenze settimanali serali proprio per consentire a chi lavorava di potervi partecipare. Oggi l’argomento era sul “Codice della Strada”. Veronica curiosa, salì al secondo piano. Percepì un’aria molto più professionale e un approccio diverso consono ad un pubblico più adulto. C’erano quattro grandi sale conferenze. Microfoni, casse, computer e proiettori ovunque. Erano super organizzati. Per la sera contavano di ospitare un gran numero di persone che si erano prenotate tramite l’applicazione “Scuola Volontariato Forze dell’Ordine”. Nella sala numero 2 un maresciallo della Guardia di Finanza teneva una lezione sulla lotta all’evasione fiscale. Nella sala numero tre un ufficiale dell’aeronautica militare parlava del controllo e difesa dello spazio aereo dell’Italia e nella sala quattro un sottoufficiale della marina militare discuteva delle operazioni navali nelle acque territoriali. E in fondo al piano un grande bar. Insomma non mancava nulla. Veronica non voleva assolutamente svegliarsi. Almeno non prima di averlo visitato tutto quell’edificio. Corse verso il terzo piano. Era entusiasta nel sapere che avevano pensato proprio a tutto anche al Supporto psicologico. “Non ti preoccupare una cosa alla volta. Respira” furono le parole di un collega laureato in psicologia mentre salutava un suo paziente. Era un piano silenzioso e pieno di studi medici. In più c’erano due grandi sale ascolto. Curiosa entrò prima in una e poi nell’altra. Vide delle persone in cerchio. Quella sera in una sala venivano ospitate le vittime di violenze sessuali, nell’altra i familiari dei colleghi morti per lo più di morte violenta. Fuori nel corridoio c’era una locandina con tutto il programma settimanale. Addirittura era anche inclusa la formazione nei confronti di tutte le forze dell’ordine per il benessere psicologico nei luoghi di lavoro. Era prevista la partecipazione di psicologi professionisti che affiancavano costantemente i colleghi che, naturalmente dotati di competenze specifiche, offrivano il loro aiuto. Insomma davvero un posto da sogno. E mentre scendeva al piano terra per guardare da vicino la macchina organizzativa che aveva permesso tutto questo si svegliò. Quel sogno la segnò particolarmente. Sapeva che in realtà poteva realizzarsi. Non era così impossibile. Ne servivano di strutture del genere. Magari iniziando a piccoli passi. Ma continuativi. Inizialmente nelle province e poi successivamente in tutte le città. Bisognava solo organizzarsi. Bisognava solo capire che siamo parte del tutto. E che l’uomo in quanto animale sociale ha bisogno dell’altro. Ha bisogno di vivere in una società sana. Veronica doveva far qualcosa. Avrebbe proposto quest’idea al Sindacato con la preghiera di farsi portavoce nei confronti delle alte cariche di competenza. E mentre rifletteva su questo aprì il suo pc e digitò “Facoltà di scienze e tecniche psicologiche”. Veronica pensò di iscriversi all’università. Non voleva farsi trovare impreparata quando un giorno si sarebbe organizzata una tale struttura.