Alcuni Soci, interessati ad argomenti di geopolitica e militari hanno elaborato un’analisi sulla situazione Russo-Ucraina, che attualmente prende abbastanza parte nei telegiornali, pervenendo a delle conclusioni che ci sembra opportuno mettere a disposizione di tutti.
Le documentazioni televisive e fotografiche, se reali, dimostrano un “mostrar bandiera” per forzare i risultati delle trattative. Il carro russo non entra in combattimento senza almeno due tronchi da 25 cm di diametro e n.2 barili di combustibile assicurati sul retro del mezzo. L’incolonnamento dei mezzi stradali è di trasferimento, in zona sicura senza alcun provvedimento (visibile) contro scontri asimmetrici (guerriglia). Le foto sono statiche in quanto gli automezzi non potrebbero essere in movimento senza rispettare le norme minime di distanziamento, specie su piste innevate. In nessuna fotografia compare difesa di punto antiaerea.
La grossa aliquota del Genio, tradizionale già nell’Armata Rossa, addirittura con imponenti mezzi navali non da sbarco ma da costruzione marittima, indicano:
– la preparazione per eliminare il blocco dei porti ucraini per autoaffondamento dello scarso naviglio avversario, peraltro insufficientemente armato;
– la cura della logistica, che presuppone un impegno, ancorché non in combattimento ma di presidio, a tempo indeterminato;
– la valutata possibilità del forzamento dei fiumi di frontiera, i cui ponti sarebbe prevedibilmente sabotati dall’avversario, secondo la tecnica di interdizione già sperimentata dai Tedeschi per l’arresto di un nemico sopravanzante e assolutamente superiore in uomini e mezzi;
– la valutata probabilità di estensione della predisposta guerra partigiana di logoramento nei territori eventualmente occupati.
I tempi necessari per qualsiasi intervento, limitato o no, sono di circa due settimane, prima che la pianura sarmatica diventi un mare di fango (primi di marzo).
Successivamente, nel caso di trattative parzialmente accettabili, il grande apparato mobilitato, già costoso ma poi senza apprezzabili risultati, avrebbe esiti politici pesanti quanto imprevedibili.
Le direttrici per un improbabile blitz sarebbero principalmente da Lugansk, verso Kharkjv, dalla Bielorussia per alleggerimento come sulla costa del mar Nero. In ogni caso il costo umano sarebbe politicamente insostenibile per tutti i contendenti.
Il vero rischio è l’innesco, non voluto né preordinato, causato da azioni derivanti dalla disomogeneità di alcuni reparti schierati (volontari, guardie nazionali) sui quali non è certa l’efficienza del C4I (Comando, controllo, comunicazioni, computer, Intelligence) come oggi inteso.