DRONI IN GUERRA

In una conversazione tenutasi presso la sede della nostra Sezione venne illustrato un nuovo drone prodotto dall’italiana PIAGGIO. Per quanto si sia trattato delle possibili prestazioni del nuovo strumento in campo militare, il teatro operativo ucraino ha sorpreso per la diffusione e l’efficacia dei droni impiegati da entrambi i contendenti, in un ampio spettro di modelli, dai più semplici e commerciali a quelli più sofisticati.

All’inizio sono stati notati i droni turchi Bayraktar TB-2 forniti all’Ucraina in numero considerevole mentre recenti informazioni di parte stimano in 6.000 gli apparecchi impiegati dagli Ucraini, nonostante le sensibili perdite subite. Un tale numero implica l’impiego anche ai livelli di reparto minori. Addirittura pare esista una associazione privata di amatori che con drone in valigia collabori con la forze regolari, con operazioni di “ricognizione speciale” di HUMINT.

I principali successi si sono avuti nell’impiego anticarro e fors’anche antinave, ma la vera rivoluzione è avvenuta essenzialmente nella ricognizione, nell’esplorazione e nella sorveglianza, con elevati rapporti di efficienza/costi e di limitate perdite umane.

L’interesse suscitato è stato ben recepito dalla Sezione U.N.U.C.I. di Milano, che ha inserito nella prossima Italian Raid Commando 2022 prove  di osservazione e azione su obiettivi rilevati anche con ausilio di droni.

Da tutto ciò emerge la necessità di adeguamento alla nuova tecnica di guerra, che richiederà ulteriori sforzi di addestramento ed investimento.

E’ facile presumere che la ricerca e sviluppo nel settore, fin dall’inizio in rapidissima evoluzione,  da un lato per migliorare le performance degli apparecchi (autonomia, capacità evolutiva, numero ed efficacia dei sensori, silenziosità, camuffamento, velocità d’attacco), dall’altra per incrementare la capacità di difesa anche da attacchi multipli a bassa quota e di identificazione dei centri di controllo, come presumibilmente già tentato con gli MBT (Main Battle Tanks) intesi come “piattaforma di armamento” per l’individuazione e la distruzione di ogni capacità di offesa ravvicinata, droni compresi. Il dominio dell’aria diverrà. quindi, sempre più cibernetico e denso di contromisure da superare.

Il rateo di perdite e le necessità di batterie specifiche appesantirà gli oneri della catena logistica.

Le capacità di controllo e comando degli apparecchi e l’interpretazione dei dati raccolti interesserà parzialmente anche i comandanti di unità minori specie se isolate.

Il flusso di informazioni diventerà, quindi, sempre più denso nel campo di battaglia mentre la preziosità del singolo dato dipenderà dalla velocità di acquisizione e trattamento ma anche dalla sicurezza della trasmissione.

Raccogliere tempestivamente la sfida, scientifica e industriale, ma anche di arruolamento dei talenti da tastiera e da joystick certo presenti in Italia, diviene improrogabile non solo per la difesa ma anche per evitare il “gap” che potrebbe colpire il nostro sistema produttivo.