Non importa il tuo nome o la tua divisa, il tuo nome sulla lapide della tua sepoltura.
Mi basta pensare al dovere compiuto, anche senza speranza di vittoria, come ideale premio di chi ha saputo seguire l’etica militare.
Ti rendo omaggio, anche se restassi il solo a porgerti il saluto che qualsiasi cavaliere dovrebbe rendere, finito il combattimento, all’avversario battuto.
Tombé sur le champ de l’Honneur non conosce vinti o vincitori, parti sbagliate o giuste, se non la legge dell’onore militare.
Dovrebbe, infine, bastare la “pietas” del “parce sepulto” per evitare discriminazioni su tombe di ottanta anni fa. Per quanti anni ancora?
Disconoscere tali principi lascia presagire un futuro confuso di slealtà, faziosità e barbarie.